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giovedì 28 gennaio 2016

QSL da Woofferton

Quest'estate, era il 12 di agosto, mi trovavo in gita sopra Limonetto, località sciistica sopra Limone Piemonte, nelle Alpi Marittime. Dopo una camminata piuttosto impegnativa...


... si è decisa una sosta, vista anche l'ora di pranzo, al rifugio-ristoro "La Marmotta", dove - sorseggiando un fresco bicchiere di birra - abbiamo ordinato e ci siamo messi in attesa del piatto forte, polenta e cinghiale.


L'attesa però è stata lunga e si è deciso di rimanere al sole, approfittando della magnifica giornata e di un compagno fedele dello zaino, il ricevitore Tecsun PL-880. Accendo la radio, tiro su l'antenna telescopica e mi imbatto in un segnale a fondo scala su 15470 kHz (era circa mezzogiorno), che manda a ripetizione jingle, indirizzo email e richiesta di conferma per prove tecniche di trasmissione. Tirare fuori lo smartphone, collegarsi in rete ed inviare un rapporto d'ascolto è stata cosa pronta ed immediata.


Bene, oggi 27 gennaio 2016 è arrivata una email di conferma del mio rapporto di ascolto. Ecco il testo:

Hello,
Thank you for your report and I confirm the details are correct. These transmissions were to fault-find on a 300 kW sender at the UK HF transmitter station at Woofferton.
The engineers needed a long test time as the fault was of an intermittent nature.
Babcock, Woofferton is the only remaining UK HF sender broadcast station and also is the only one with this transmission test audio and email address.
The audio is contained in a file playout system and incorporates non-copyright music and voice announcements from one of the employees at the transmitter site.
Thanks for your interest.
73
Dave G4OYX,
(Retired) Senior Transmitter Engineer Woofferton 1982-2012.
Check out the video presentation of Woofferton on
There is also the history of WOF on

martedì 26 gennaio 2016

Onde Medie Italia

A pochi giorni dall'uscita del Regolamento dell'AGCOM, Giorgio Marsiglio - che da anni si interessa e cura questa faccenda - ci scrive quanto segue (in coda all'articolo un'interessante nota di "istruzioni per l'uso"):

ANALISI CRITICA DEL REGOLAMENTO AGCOM PER GLI OPERATORI PRIVATI IN ONDE MEDIE


Per essere sicuro di quanto ho scritto, ho volutamente aspettato alcuni giorni dall’uscita del nuovo Regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per gli operatori privati in onde medie, approvato con delibera AGCOM n. 3/16/CONS del 14 gennaio 2016 e pubblicato nel sito dell’Autorità il successivo 21 gennaio.

 

ASPETTI POSITIVI

 

  1. Un aspetto positivo è la conferma che al Piano di radiodiffusione–Ginevra 1975 si debba fare riferimento in maniera integrale e, quindi, non solo rifacendosi all’attuale elenco delle frequenze assegnate all’Italia (con relative caratteristiche tecniche di irradiazione degli impianti e i vincoli tecnici), ma anche alla possibilità per il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di attivare le procedure internazionali di modifica di tali parametri [art. 4, comma 2]: in tal modo, in caso di stazioni radio a bassa potenza sarà possibile modificare le,caratteristiche di assegnazione delle frequenze (compresa l’ubicazione della stazione trasmittente), senza necessità di accordi con gli Stati confinanti. Quanto sopra consentirà all’Italia di aumentare i siti trasmittenti e di migliorare la loro dislocazione, con conseguente aumento delle frequenze a disposizione.
  2. Soddisfacente è anche la presa d’atto - da parte dell’AGCOM – che le frequenze assegnate alle onde medie italiane sono quelle che vanno dai 526,5 ai 1606,5 kHz.Sono così stati recuperati una quarantina di kilohertz, corrispondenti a ben quattro stazioni trasmittenti per ogni bacino di servizio [art. 2].
  3. Di rilievo è anche lo spazio riservato agli operatori nuovi entranti [art. 5, comma 2, lettera c) e comma 3] e l’attenzione rivolta agli aspetti editoriali della programmazione delle future radio private in onde medie [art. 5, comma 2, lettera a), ultimo periodo], nel caso si dovesse avviare una procedura di selezione comparativa a causa di un numero di domande superiore a quello delle frequenze disponibili in un determinato bacino di riferimento. Altro non ho trovato che possa rendere accettabile il nuovo regolamento, per i motivi che vado ora ad esporre.

L’INCOGNITA «OPERATORE DI RETE»

 

Trascurando le osservazioni inviate, in sede di partecipazione alla procedura di consultazione, l’AGCOM ha insistito - sbagliando - nell’individuare una sola figura legittimata ad acquisire in concessione le frequenze in onde medie: quella dell’«operatore di rete», figura prevista,invece dalla legge esclusivamente per le trasmissioni in tecnica digitale. Infatti, l’operatore di rete (che è il soggetto che gestisce gli impianti e la rete e che fornisce la capacità trasmissiva necessaria per la trasmissione di contenuti agli utenti), da non confondere con il fornitore di servizi di media audiovisivi (che, invece, è quello predispone i programmi, ovvero 'editore del canale trasportato'), sono figure che sono state previste dal Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR) a seguito dell’avvento delle trasmissioni in tecnica digitale, le quali consentono la trasmissione contemporanea di più programmi sulla stessa frequenza (o, meglio, blocco di frequenze o di diffusione). Da qui la scelta del legislatore di distinguere tra chi gestisce gli impianti di trasmissione e chi, invece, a quei gestori si rivolge per mandare in onda la propria programmazione; distinzione talmente stringente che ha spinto la normativa all’obbligo di separazione contabile qualora il fornitore di servizi di media audiovisivi sia anche operatore di rete.
Ma tutto ciò riguarda, appunto, tutto un altro mondo che è quello delle trasmissioni digitali, dove è venuta meno la coincidenza - diciamo così - tra «titolare dell’antenna» ed «editore della radio». Non è il caso, invece, delle nuove stazioni in onde medie, che saranno in gran parte analogiche e per le quali lo stesso TUSMAR prevede la figura della «emittente radiofonica», così definita [art. 2, comma 1, lettera b)]: “Il titolare di concessione o autorizzazione su frequenze terrestri in tecnica analogicao digitale, che ha la responsabilità dei palinsesti radiofonici e, se emittente radiofonica analogica, li trasmette secondo le seguenti tipologie:
  1. emittente radiofonica a carattere comunitario, nazionale o locale,
  2. emittente radiofonica a carattere commerciale locale,
  3. emittente radiofonica nazionale.
Si tratta, quindi, di una figura ibrida prevista specificatamente per le trasmissioni radio per le quali non abbiamo assistito ad alcun switch-off obbligatorio dall’analogico al digitale, ma solo all’affiancamento (e alla coesistenza) del nuovo standard con il precedente. Ciononostante, l’AGCOM ha proseguito per la propria strada e ha erroneamente ritenuto –facendo riferimento a disposizioni normative che ritengo non portino alcun elemento valido alla tesi dell’Autorità – che la normativa predisposta per le trasmissioni digitali si applichi anche alle onde medie, con l’aggravante che la concessione delle frequenze è stata appunto riservata al solo operatore di rete, e non anche al fornitore di servizi di media audiovisivi.
Ma quanto sopra esposto, al di là degli aspetti giuridico-formali che potrebbero sembrare di interesse per i soli addetti ai lavori, quali rischi comporta per il futuro delle onde medie italiane ?
Solamente uno, ma enorme: di trovare dislocate nel territorio italiano solamente le torri di pochi concessionari “operatori di rete”, ai quali ci si dovrà necessariamente rivolgere – in veste di clienti - per mandare in onda il proprio palinsesto. Concessionari che potrebbero avere la tentazione di discriminare tra cliente e cliente, con conseguente creazione di posizioni dominanti e buona pace del principio, dettato dalla Corte costituzionale, di favorire l’accesso del «massimo numero possibile di voci diverse». Anche in questo caso assistiamo ad una dimostrazione del vizio, evidentemente innato nelle autorità italiane, di sostituire (invece che affiancare) un metodo con un altro già esistente, imponendo in via generale un sistema (quello dell’operatore di rete) che può certamente essere utile in caso di soggetti che abbiano qualcosa da dire alla collettività pur non avendo i mezzi per installare una stazione radio, ma che non è da generalizzare, pena la creazione di un oligopolio di pochi proprietari del “parco antenne” delle onde medie italiane.
Il rischio da me paventato è rafforzato dal fatto che l’Autorità non ha previsto – come era stato, invece, suggerito – di evitare, nel caso si debba procedere alla procedura di selezione comparativa, che uno stesso operatore ottenga in concessione più di una frequenza nello stesso bacino oppure in più bacini, a scapito di altri soggetti istanti che non ne abbiano ottenuta alcuna nell’intero territorio nazionale; in tal caso al soggetto, risultante aggiudicatario di più frequenze, avrebbe dovuto farsi obbligo di optare per una sola frequenza entro un termine assegnato, consentendo così il subentro nelle altre frequenze ai soggetti assegnatari collocati utilmente nella graduatoria. Parimenti, non è stato accolto il suggerimento di vietare al Ministero di consentire – all’atto del rilascio della concessione - il trasferimento ad altri soggetti del diritto d’uso della frequenza.


A chi voglia trasmettere in onde medie, quindi, è offerta la sola strada di diventare «operatore di rete», con probabili complicazioni contabili nello svolgimento della propria attività.

 

LA PIANIFICAZIONE DELLE FREQUENZE


Nelle premesse della deliberan. 3/16/CONS, con la quale l’Autorità ha approvato il nuovo regolamento, viene affermato che la legge non ha attribuito all’Autorità alcuna attività di pianificazione delle frequenze in onde medie a modulazione di ampiezza, in virtù dell’esplicito rinvio al Piano di Ginevra 1975.
Conseguentemente, l’AGCOM ha ritenuto di non intervenire – lasciando quindi ogni decisione al Ministero - sulle tematiche relative alla pianificazione delle frequenze, alla definizione geografica dei bacini di riferimento, all’individuazione delle potenze minime e massime degli impianti radianti: tutti aspetti che avrebbero potuto favorire lo svolgimento dell’attività radiofonica in piccoli bacini territoriali, favorendo quindi il sorgere di una pluralità di emittenti, a bassa potenza e al servizio delle comunità locali. All’AGCOM ho già avuto modo di esprimere la mia contrarietà a tale linea di condotta, con la quale l’Autorità ha sostanzialmente abdicato al proprio ruolo; rinuncia che si spinge inspiegabilmente sino al punto di lasciare all’Esecutivo anche l’individuazione delle frequenze da garantire alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo (ricordiamo che la rete RAI in onde medie, attualmente, consiste di soli tredici siti trasmittenti, in quanto gli altri precedentemente utilizzati sono stati abbandonati dalla stessa concessionaria pubblica). L’AGCOM espone così le future procedure di assegnazione delle frequenze a sicuri ricorsi giurisdizionali dinanzi al giudice amministrativo.

 

ALTRI ASPETTI NEGATIVI

  1. Rimane il termine irrisorio di trenta giorni–dalla pubblicazione dell’elenco delle frequenze disponibili -per presentare la domanda di concessione del diritto di uso della frequenza[art. 4, comma 3]. Il ridotto periodo contrasta con quello più lungo (sessanta giorni) previsto per la verifica d’ufficio dei presupposti e dei requisiti per il conseguimento dell’autorizzazione generale, condizione necessaria al successivo rilascio della concessione della frequenza. Gli operatori interessati, pertanto, sono costretti fin da ora a presentare la SCIA per l’autorizzazione generale, prima ancora di poter conoscere se vi siano frequenze disponibili nel bacino geografico di interesse.
  2. Viene dato un termine non inferiore ai trenta giorni per partecipare alla procedura di selezione comparativa, ma non viene indicato entro quanti giorni il Ministero dovrà procedere ad essa [art. 4, comma 5], una volta che venga constatato che il numero delle domande presentate supera il numero delle frequenze disponibili.
  3. Il Ministero potrebbe quindi ritardare a tempo indeterminato l’avvio della procedura; è quindi necessario incalzare il MISE su questo aspetto, pretendendo tempi certi.
  4. Tra i criteri dettati per lo svolgimento della procedura di selezione comparativa, ve n’è uno (estensione territoriale della copertura) dalla quale non si capisce affatto quale radio verrebbe premiata con l’attribuzione di una maggior punteggio, se quella che copra il minore oppure il maggior territorio [art. 5, comma 2, lettera a), secondo periodo]. C’è il rischio che le emittenti di bassa potenza, che intendano porsi al servizio di piccole comunità, vengano penalizzate ed escluse.
  5. Senza fornirne motivazione, alla nozione di «bacino di riferimento», tanto intuitiva quanto corretta, si sostituisce quella di risorsa pianificata» [art. 4, commi 4 e 5], con la quale mi auguro si voglia semplicemente intendere gli elementi (frequenze, caratteristiche tecniche di irradiazione degli impianti e i vincoli tecnici, compresa l’ubicazione) dettati dal Piano di Ginevra 1975 non, come potrebbe sembrare, l’inserimento surrettizio di un nuovo consono più alle trasmissioni in standard digitale. Il termine «bacino di riferimento», comunque, è rimasto nel testo definitivo dell’articolo 5, comma 1, del regolamento, con inevitabili future incertezze interpretative.
  6. Alla fine è emerso che vi sarà un canone di concessione, come chiarito dalle premesse della delibera n. 3/16/CONS. Onestamente, ho letto più di una volta l’allegato 10 del Codice delle comunicazioni elettroniche citato dall’AGCOM, ma non sono ancora riuscito a trovare la previsione che possa chiarire quale sia l’importo per la concessione delle frequenze in onde medie. Credo si tratti di una difficoltà del tutto personale.
25 gennaio 2016
Giorgio Marsiglio

E per finire, ecco le "istruzioni per l'uso", redatte da Giorgio Marsiglio dopo l'approvazione del Regolamento AGCOM sulle Onde Medie del 31 genaio 2016. Come leggerete, non hanno carattere di ufficialità, ma sono sicuramente obiettive e realistiche, nonché autorevoli, ricalcano i disposti di Legge, dando per acquisiti gli argomenti trattati più esaustivamente nel vademecum .

lunedì 25 gennaio 2016

Cena sociale ARI Cavour

Eccomi di nuovo con i colleghi radioamatori della Sezione ARI di Cavour, riuniti per una manifestazione mangereccia presso un noto ristorante di San Secondo di Pinerolo; non sono riuscito a fotografare tutti e non me ne vorrà chi non riesce a vedersi, chi è preso di spalle, chi è venuto male. La serata invece è riuscita benissimo e sono molto contento di esservi stato invitato. Se chi ben inizia è a metà dell'opera, direi che l'inizio è sicuramente foriero di ottime imprese (radiantisticamente parlando e non).





giovedì 21 gennaio 2016

Onde Medie Italia


L'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha emesso la Delibera 03/16/CONS:

 

Regolamento recante la definizione dei criteri e delle modalità di assegnazione delle frequenze radio in onde medie a modulazione di ampiezza (AM) ovvero mediante altre tecnologie innovative, ai sensi dell’articolo 24-bis del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177.

 

Scarica il file (documento in PDF, 258 kB)

 

Data Documento 14 gennaio 2016
Abstract L’Autorità, ai sensi dell’articolo 24-bis del Testo Unico, ha adottato il Regolamento che definisce i criteri e le modalità di assegnazione delle frequenze radio in onde medie a modulazione di ampiezza (AM) ovvero mediante altre tecnologie innovative
Data pubblicazione Disponibile sul sito www.agcom.it da giovedì 21 gennaio 2016
Aree tematiche Reti
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Argomenti Frequenze radiodiffusione
Piano di assegnazione frequenze
Regole assegnazione frequenze
Collegamenti Modifica
Delibera n. 366/13/CONS - Consultazione pubblica relativa all'utilizzo, in tecnica analogica e digitale, delle frequenze in onde medie e corte, e comunque, in bande inferiori a 30 MHz, allocate dal vigente Piano nazionale di ripartizione delle frequenze ("PNRF") al Servizio di radiodiffusione sonora - 29 maggio 2013

 

Vedi Sito AGCOM e Allegato A

mercoledì 20 gennaio 2016

Marconi, Livorno e la Chiesa Valdese


Appare sul n°3 di Riforma 2016, a pag.10, un articolo a firma di Leonardo Casorio dal titolo "Marconi, Livorno e la Chiesa valdese: un trinomio non casuale". Ne hanno dato ampia testimonianza in un affollato dibattito due brillanti relatori, alternatisi sul piccolo pulpito della chiesa valdese di Livorno, sabato 8 gennaio scorso.

Questa la locandina:

E questa che segue è la trascrizione dell'articolo:


Lucio Mattiussi, contrammiraglio delle Armi Navali, ha parlato dei rapporti di Guglielmo Marconi con la Chiesa valdese e con la famiglia Camperio, e il professor Giuliano Manara del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (nonché membro della locale comunità valdese pisana), ha presentato lo scienziato come «un giovane imprenditore capace di coniugare scienza e impresa per migliorare la società». Li ha presentati Filippo Alberto La Marca, presidente del Consiglio di chiesa, dopo aver ricordato la presenza ultracentenaria della chiesa valdese a Livorno, che ha avuto nei decenni a cavallo del 1800-1900 un’importante incidenza, religiosa ma anche politica, nella storia della città.

In rappresentanza del sindaco di Livorno, l’assessore alla Cultura Serafino Fasulo ha sottolineato l’attenzione dell’amministrazione a ogni manifestazione che valorizzi il patrimonio storico della città, per cui è sembrato naturale patrocinare l’iniziativa unitamente all’Università di Pisa e alla Chiesa valdese.

Guglielmo Marconi, battezzato alla nascita nella chiesa cattolica di San Paolo in Monte a Bologna, sua città natale, il 27 aprile 1874, confermò pubblicamente la propria fede e fu ammesso nella Chiesa valdese di Livorno il 10 aprile 1892, a 18 anni, come risulta dai registri di chiesa conservati presso l’Archivio storico della Tavola valdese a Torre Pellice.

La conferenza ha avuto, tra l’altro, l’obiettivo di far luce su alcuni aspetti della vita del giovane Marconi a Livorno, dove ebbe modo di studiare e arricchire le sue conoscenze scientifiche, umanistiche e musicali. Città che rimase nel suo cuore e da lui citata nella lectio magistralis tenuta nel 1909 quando ritirò il Premio Nobel.

Il suo lavoro, le sue invenzioni, le sue scoperte hanno aperto un capitolo nuovo nella storia dell’umanità. Sono oltre 4800 le strade e le piazze a lui intestate in Italia: al terzo posto dopo via Roma e via Garibaldi. Se il genio di Marconi è stato ed è tuttora celebrato, non tutti sono a conoscenza della fede religiosa in cui è nato ed è stato educato: la madre era protestante e Guglielmo fu valdese a tutti gli effetti. Nella città toscana fu molto amico di Giulio Camperio (scomparso prematuramente nel 1896) e di sua sorella Sita che sarà una pioniera della Croce Rossa. I Camperio facevano parte della comunità valdese. Il ricordo dell’amico Giulio sarà talmente forte che Marconi vorrà attribuire quel nome al suo unico figlio maschio. Nella chiesa valdese di via Verdi si trova anche il documento che raccoglie i dati dei suoi membri a fine Ottocento, dove è scritto in data 30 giugno 1897: «Siamo lieti di annoverare, tra i componenti la chiesa, il signor Guglielmo Marconi, l’inventore del telegrafo senza fili, onore della Patria e della Chiesa».

Il prof. Giuliano Manara ha sottolineato che Marconi fu un giovane di talento che raggiunse il suo primo successo a soli 20 anni, nel 1894, ma che trovò un muro di diffidenza e supponenza tra le autorità italiane del tempo, che si ostinavano a ignorare la presentazione dei suoi risultati. Trovò però credito in Inghilterra e seppe dimostrare di essere, oltre che un inventore, anche un imprenditore capace di coniugare scienza e impresa per migliorare la società. A 22 anni fu ricevuto dalla regina d’Inghilterra che, nella sua invenzione, vedeva realizzata la possibilità di collegarsi immediatamente alle proprie colonie in tutto il mondo. L’invenzione della radio era vista come un mezzo utile alle comunicazioni, alla sicurezza dell’umanità nella logica dei viaggi per mare, alla regolamentazione dei traffici portuali, nell’ottica di un sistema di sicurezza volto al soccorso in caso di bisogno. Impediva la condizione di isolamento facendo rimanere in contatto tra loro le persone e attivava le comunicazioni in tutte le case come mezzo di diffusione delle conoscenze, rivolte a tutti, analfabeti compresi. Dieci anni dopo, la sua fama era tale che al suo rientro in Italia per ultimare e migliorare i suoi esperimenti, fu accolto a braccia aperte e poté finalmente godere della fiducia anche del suo paese.

Oggi che con tanta disinvoltura si usano in tutto il mondo strumenti sofisticati di telefonia, non sempre ci si ricorda che questi si avvalgono delle scoperte di un giovane imprenditore che, con il suo ingegno, ha saputo proiettarsi in un futuro con la consapevolezza di un uomo che, osando, ha avuto fiducia che la società può evolversi e migliorare soprattutto con la serietà dell’impegno, con la costanza della sperimentazione e la condivisione di esperienze e conoscenze.